Il significato spirituale che può assumere un pranzo rituale
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- Categoria: Manifestazioni
- Pubblicato: Giovedì, 15 Marzo 2012 16:20
- Scritto da Andrea Guerrini
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L'idea di un pranzo sociale, ci è venuta grazie alla lettura del libro di Alain de Botton "Del buon uso della religione" una guida per i "non credenti" dove l'autore invita i laici a riscoprire, grazie all'insegnamento della religione, la forza dei rituali. Questo libro aiuta a capire in che modo le varie religioni riescano a promuovere i valori morali, a creare uno spirito comunitario, a servirsi dell'arte, dell'architettura, e delle manifestazioni e dei rituali, per educare le persone. In altre parole, sembra che le religioni siano nate per rispondere a due bisogni fondamentali, che attualmente il pensiero laico non è riuscito a soddisfare: prima di tutto, il bisogno di vivere insieme come comunità e di avere momenti condivisi da celebrare, ed in secondo luogo, l'accettazione dei diversi aspetti della vita, gioiosi o dolorosi, in quanto essere umani vulnerabili agli insuccessi, al dolore, alla perdita di persone care e al nostro stesso declino fisico.
L'errore dei “non credenti” è di sottovalutare l'aspetto educativo delle religioni, senza capire che queste sono fonte di consigli e di soluzioni utili a mitigare le difficoltà presenti nella società in cui viviamo. Nel trascurare una serie di tradizioni, che gli atei trovano insopportabili, la società moderna si è chiaramente impoverita. Non è un caso che i valori morali ci fanno paura, rifuggiamo dai sermoni, non rispettiamo i principi etici, non costruiamo "templi" per poterci riunire e non condividiamo, celebrandole, manifestazioni che siano di gioia o di dolore. Rinunciando a tutto questo, abbiamo delegato alle varie religioni il dominio esclusivo sui momenti dolorosi e felici della vita, che dovrebbero appartenere all'umanità intera e dei quali dovremmo riappropriarci, ridandogli il giusto significato spirituale.
La sfida per noi laici, è di contrastare questa continua delega degli aspetti spirituali, al solo campo religioso. Un esempio semplice e significativo è la assenza, di un funerale laico, in seguito alla scomparsa di una persona non appartenente ad una comunità religiosa. I non credenti si chiedono sempre perché non esista un rituale laico denso di spiritualità, come sono invece i funerali religiosi. Come sosteneva Ernesto de Martino, una società che dimentica di celebrare la nascita, il matrimonio e la morte, è una società senza un futuro.
È per questo motivo che noi della Ryder Italia Onlus, abbiamo preso spunto dal bellissimo libro di Alain de Botton, per programmare una serie di pranzi domenicali, che si trasformino in incontri rituali per differenti comunità, ed in particolare, in questo primo appuntamento, per le persone impegnate nel volontariato o nelle associazioni di impegno civile. In questo modo, come avviene in molte manifestazioni religiose, si potrebbe istituire un pranzo sociale laico, dove, oltre a condividere del cibo, ci si può conoscere, scambiare valori ed idee e attivare legami utili per costruire una società migliore. E' per questo motivo che Vi invitiamo a partecipare a questo primo appuntamento, sperando che molti di Voi ne apprezzino il significato etico e soprattutto, che ognuno di Voi, diventi un suggeritore di proposte, per riempire di contenuti, questo pranzo domenicale. Una prima proposta è immaginare di attivare un cerimoniale laico, allo stesso tempo spirituale, per tutte le persone non credenti, che dopo la morte possano essere ricordate con un funerale non necessariamente legato ad un credo religioso.